giovedì 11 aprile 2013

Bolivia, la strada della quinoa


Visite guidate alle comunità agricole e agli impianti di lavorazione: queste e altre iniziative sono state organizzate dal governo di Evo Morales, presidente della Bolivia,  alla ”strada della quinua” (o quinoa), il cosiddetto ”grano sacro” degli Incas di cui la povera Bolivia rivendica il primo posto fra i produttori mondiali.

La ”strada della quinua” si snoda lungo tre dipartimenti andini, La Paz, Oruro e Potosí, dove si concentra il 100% della produzione totale di questa pianta erbacea altamente nutritiva, nonché priva di glutine, i cui semi sono stati impiegati per millenni a mo’ di cereale.



Si tratta di un vegetale, a cui l'Onu ha dedicato il 2013 e che per la Fao (Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura) può costituire uno strumento fondamentale per la lotta contro la fame al livello globale. Il freddo e le burrasche tipici dell’Altopiano boliviano sono gli elementi che hanno spinto in tempi recenti anche contadini non avvezzi a passare alla quinua dopo aver seminato fagioli e patate per generazioni. 

E’ il caso della piccola comunità di Tarmaya, dove 300 famiglie indigene Aymaras hanno cominciato per la prima volta quest’anno a piantare quinua per tentare di migliorare i magri guadagni grazie al buon prezzo del vegetale che oscilla fra i 2500 e i 3000 dollari la tonnellata.

Secondo dati della Fao, nel 2012 la produzione globale di quinua ha superato le 80.000 tonnellate: al Perù ne sono attribuite 41.168, sebbene La Paz sostenga di aver superato il vicino; secondo diverse fonti buona parte della produzione boliviana finisce di contrabbando nel paese confinante.

In questo settore, l’intervento ella Cooperazione italiana in Bolivia riguarda proprio il rafforzamento delle Banche di Germoplasma vegetale del sistema nazionale di risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione.

fonte cooperazioneallosviluppo.esteri.it

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